venerdì 12 settembre 2014

Alba Parietti sado maso rimorchiata a Milano

xhamster

Conoscere un personaggio della tv frequentando degli ambienti fatti da registi, produttori, sceneggiatori e poduttori esecutivi Rai può essere abbastanza facile, data la frequenza di cene, pranzi di gala ed aperitivi....tutte occasioni che utilizzano questi tipi,inutili e strapagati, per incontarsi e rinsaldare i rapporti e tutelare le loro carriere. Tra queste persone qualche anno fa ero riuscito ad avere una storia con una nota “opinionista” tv.
Il tutto era iniziato a cena con questi commensali parlando della figura degli “opinionisti” ed etichettandoli come una ulteriore categoria di parassiti, a carico delle varie reti.
Da tempo la stavo osservando, come un bambino che fissa dalla vetrina un bel giocattolo. Lei era un giocattolo che avrei dovuto possedere, un dolce da assaggiare che volevo a tutti i costi.
Le pieghe del suo vestito lasciavano percepire forme armoniche e sinuose, quella scollatura leggermente accennata, faceva intravedere le lentigini che scendevano sul suo seno gonfio. I fianchi erano fatti apposta per essere stretti dalle mani di un uomo così la sua bocca e per le sue labbra eleganti come tutto il suo portamento. Pensavo solo a come avrei potuto usare e abusare quel corpo di femmina da letto. Ebbi un’erezione vistosa, ma per fortuna, era seduto ad un tavolino e nessuno avrebbe potuto accorgersene, tantomeno Alba. Prima che servissero il dessert, vidi Alba alzarsi dal suo posto e dirigersi piu’ rasserenata verso la toilette. Forse andrà un po’ ad incipriarsi il naso ? Chissà...ma quale occasione migliore ? pensai. L’ho seguita e quando lei è entrata in bagno, l’ho attesa aspetto nell’anticamera dello stesso, chiudendo la serratura. Avevo già preso accordi col personale, dietro una lauta mancia: avrebbero dovuto far usare l’altro bagno. Avevo predisposto tutto, come ero solito fare. Stavolta pero’ era diverso, questa donna aveva qualcosa di magnetico, qualcosa che sfuggiva al mio autocontrollo. Mentre aspettavo l’uscita di Alba dal bagno, mi tolsi la giacca e allentai la cravatta.
Un click e finalmente la serratura del bagno si apri’. Ho incrociato quella cosciona e siamo rimasti un paio di minuti l’uno di fronte all'altra. Lei era perplessa e quasi sconvolta, spaventata come una mosca finita in una ragnatela, io ero completamente in balia dell’enorme eccitazione e cosi’,senza parlare, mi sono avvicinato al suo volto......aveva un viso da sgualdrina dei bassifondi del porto di Marsiglia ed un corpo da peccatrice.
Sentivo cosi’ da vicino le palpitazioni del suo cuore, il profumo della sua pelle e quell’incavo dei seni che sussultavano a ritmo del suo cuore che mi sono ulteriormente avvicinato. Avrei potuto prendermi uno schiaffo o peggio, dato il suo orgoglio e la sua arroganza, forse anche un rifiuto. Lei provo’ solo un po’, eccitata dalla situazione, a divincolarsi, ma la bloccai contro un muro, non poteva sfuggirmi. Adesso anche lei sapeva che quella situazione sarebbe stata irresistibile e che avrebbe fatto tutto cio’ che sentiva di fare. La mia lingua scivolo’ sulle sue labbra, lei fece altrettanto, non avrei mai pensato di baciare una donna cosi’. Era un gioco bellissimo. Alba si sentiva come un frutto maturo, da gustare, si sentiva pienamente donna, senza inibizioni nè limiti. Sapeva già che avrebbe fatto ogni cosa ma che altrettanto avrebbe fatto fare a me quello che desiderava. Usavo la lingua sul suo collo e scendevo fra le pieghe del suo seno.
Avrei voluto prepararla bene per possederla, e volevo davvero toccare ogni centimetro del suo corpo con la mia lingua. Alba aveva capito e mi assecondava, si sentiva mangiata, succhiata, morsa dalla mia bocca ed era completamente in mio possesso. Lentamente le calai completamente il vestito.
Notai un rivolo di liquido nell’interno coscia di Alba, mi sentivo inorgoglito, spinto a darle sempre di più.
Dopo qualche minuto di dolce attesa le sfilai gli slip, lasciandola completamente nuda, bagnata e quasi implorante contro il muro. Era maledettamente erotica, la presi in braccio e la misi seduta sul bancone degli specchi, vicino ai lavandini. Lei divarico’ con decisione le sue lunghe gambe. I suoi orgasmi erano interminabili, uno dietro l’altro, uno piu’ intenso dell’altro.
In quei momenti, era talmente troia da immaginare che se le avessi chiesto la luna, lei avrebbe fatto di tutto per darmela…non poveva rifiutarmi niente, perché le stavo togliendo ogni facoltà razionale dalla testa. E cosi’, sudato ed orgoglioso dell’opera e dello sguardo della mia troia per una serata come una bestia affamata, stavo per reclamare la mia ricompensa.
Le dissi semplicemente: “Adesso assaggia me”, Alba, inebriata dalla sfida e completamente nuda, mi tolse la camicia, baciandomi e mordendomi da tutte le parti. Poi poi si inginocchio’ davanti a me, e come avevo fatto io con lei, prese il mio Willy ed iniziò a divertirsi come solo una quindicenne infoiata sa fare. Lo mordicchio’ qualche e delicatamente dopo aver passato la lingua sull’intera asta in tensione, piu’ volte e in modo molto dolce ma deciso, lo prese lentamente in bocca, come la cosa piu’ buona e dolce cha avesse mai mangiato. Muoveva lentamente la sua testa, fermandosi solo quando Willy mostrava che sarebbe scoppiato se avesse continuato.....stavo ansimando però la incitavo a continuare, perché pensavo già di entrarle dentro.
Lei ogni tanto si staccava, poco dopo lo riaccoglieva nella bocca fino in fondo, lavorando anche con le sue potenti labbra siliconate.
Eravamo già sudati, esausti e bagnati ma la riportai sul bancone, e divaricandole le gambe, le infilai il crazy cock nell’accogliente e calda vagina, come una di quelle delle puttane di White Chapel, desideravo terribilmente, dopo averle riportato le gambe sul bancone, vederla aperta e disponibile come una pesca succosa.
Era il mio ideale di donna, non quella che avevo visto molte volte in tv, il mio Willy era divenuto di sua proprietà e lei riusciva a spupazzarselo con maestria. Willy le procurava orgasmi molto prolungati e lei si sentiva completamente libera da ogni pensiero. L’eccitazione era fortissima, il piacere pure, dopo averla fatta girare a pancia in giu’ me la sbattevo con piacere perverso. La tenevo stretta fino a a farle male e la mordevo con forza sulla schiena e sui fianchi per lasciarle dei segni.
Dopo diverse cavalcate il mio Willy era in fiamme, pronto ad esplodere duro nella vagina.
Riuscivo a sentire il mio sperma schizzarle dentro, fino all’ultima goccia…
“Ti prego andiamo a casa tua - mi disse Alba - ho ancora voglia di te.”
Erano quasi le due di notte e mi disse soltanto che era molto tempo che non si faceva sbattere, nonostante i mariti ed i fidanzati: “roba buona per le copertine dei giornali, in realtà molti di loro hanno il motore fuso, ma io per continuare a vivere ed a fare questo mestiere da “opinionista”, che tu odi tanto, devo stare al gioco dello show biz e del gossip; la mia vita è un’altra cosa, mi sento molto più vicina all’ultima delle puttane della Salaria che ad una nobildonna se penso al titolo nobiliare di mia madre.....se mi organizzi una vera orgia, ti farò vedere di cosa sono capace....ora andiamo, ti prego.”
A casa mia sul mio letto ho avuto la fortuna di scoprire una donna mai sazia, oscena anche nei suoi pensieri.
A casa mia si sarebbe giocato un altro gioco. “Su Alba, vieni, te la ricorderai questa notte, sai che ho un carattere dominante e spesso violento, ti farò assaggiare qualcosa di questo gioco e, se ti riterrò degna, potrai partecipare”.
Lei, la regina delle scosciate televisive annuì quasi si vergognasse di dire di sì ma sapeva che sarebbe stata una serata molto strana.
Appena a casa nia lei firmò una dichiarazione di totale sottomissione a me, stabilimmo una parola in codice per interrompere la sessione sado-maso e lei accettò la clausola che riguardava anche una sua eventuale infermità permanente o la morte, durante uno dei “giochi”.
A casa parlai poco, non le davo quasi confidenza , camminava carponi ed ogni tanto le davo un calcio in culo per indicarle la strada. Era bendata e sottomessa, peggio di una cagnetta mangiava il cibo dalla ciotola del cane che avevo all’epoca, un bellissimo dalmata e taceva, terrorizzata.
Era autorizzata a rispondermi solo “sì, Signore”. Al resto avrei pensato io.
Il tempo di contattare un mio amico, di riscuotere i diecimila euro della scommessa vinta, e di far capire ad Alba che l’avrei ceduta per un po’ a Brando che avrebbe giocato con lei.
“.. sì Signore” , ti stupisci tu stessa di come Lo hai chiamato, eppure è così che lo senti ora, ora più che mai, Signore, Padrone, Master, a cui vuoi affidare tutta te stessa.
Non parla avvicinandosi a te, non parla mentre muove le Sue mani sul tuo corpo, lo fa suo, le sue dita sul tuo collo, sul tuo seno eccitato, sui capezzoli che fremono alla sua stretta, sul tuo ventre teso trattenendo il respiro, scosso da spasimi violenti di desiderio, mentre le sue dita severe schiudono le tue cosce, frugandoti, muovendole su quello slip fradicio di umori e voglia, scostandolo con decisione sentendo sotto i polpastrelli i tuoi umori colare, le labbra gonfie di desiderio, il clitoride teso e sensibile, che ti fa sussultare trattenendo a stento un gemito mentre Brando, dolcemente, ci gioca.
Senza pudori Alba Antonella, così ti vuole lui, così ti senti e vuoi essere ora, libera di essere femmina, cagna, puttana, ma soprattutto sua.
Un colpo deciso strappa il tuo slip, non puoi trattenere un lamento, la sua mano ti accarezza con quel lembo di stoffa, senti il tessuto umido di te bagnarti la pelle, lasciare una odorosa scia eccitante, lo senti sul collo, lo senti sul volto, premuto con forza, mentre il tuo afrore acre ti toglie il respiro, il tuo odore di femmina eccitata ti scoppia nel cervello, le gambe cedono alla tensione, alla voglia. Btando preme la sua mano, preme con forza contro le tue labbra, costringendoti a schiuderle, spinge quel pezzetto di stoffa lurido nella tua bocca, senti il tuo sapore, sul palato, nella gola … e ti piace tutto ciò. Resta immobile ora, ad osservarti, il tuo viso rigato di lacrime, quello straccetto tra le labbra, il capo chino, i pugni che si stringono nervosamente a cercare di sciogliere la tensione. Resta immobile, in silenzio, per lunghi, infiniti istanti Poi ancora la sua voce, ancora dura, fredda : “in ginocchio Alba, ORA! ”.... lasci che le tue gambe cedano, senti il pavimento freddo sotto le ginocchia, davanti a Lui, umiliata, fiera; la sua mano sulle tue spalle, ti china in avanti, costringendoti ad appoggiare le mani a terra, a quattro zampe davanti a lui, che ti osserva in silenzio. Si muove nella stanza, lo senti sedersi su una poltrona, ancora silenzio, insopportabile quasi, e finalmente …
“avvicinati Stefania, vieni verso me”. Goffamente ti muovi, ti vergogni di ciò che stai facendo, ti imbarazza, ti … piace… Lentamente, verso Lui, fino ad arrestarti davanti alle sue gambe, immobile, il respiro affannoso, reso più difficile da quel lembo di stoffa che serri tra le labbra. Immobile finchè la Sua mano sfila dalla tua bocca il tuo slip, lo lascia cadere a terra, davanti a te, afferra i tuoi capelli, stringendoli piegando il tuo capo, sollevandolo appena, guidandolo verso il suo ventre, la sua mano abbassa la zip, il rumore stridulo urla nella tua mente, mentre aneli di sentire ancora sulle labbra il suo sesso turgido, pulsante di desiderio, davanti a te, mentre la sua mano tortura i tuoi capelli, trattenendoti, avvicinandoti a lui lentamente. Il suo odore di maschio nel cervello, ti stupisci di quante sensazioni possano dare gli odori, di quanto tu le abbia ignorate fino ad ora. Lentamente ti avvicina, sfiora con il glande le tue guance, lo muove sulle tue labbra, mentre oscenamente ti senti inondare le cosce di voglia perversa. Ti accarezza il volto con il Suo sesso turgido, le guance, gli occhi, i capelli, lento ridiscende sulle guance in una carezza sfinente, mentre vorresti voltare il capo, spalancar le labbra, accoglierlo in te, sentirlo spingere nella tua gola, tagliarti il respiro … e quasi sorridi, imbarazzata e preda di rimorsi, al pensiero della tua ritrosia a donare la tua bocca a paolo, in tuo ragazzo, ormai un ombra sfumata sullo sfondo di ciò che ora sei. Finalmente il Suo sesso forza con decisione la tua bocca, lo spinge in te, muovendo ritmicamente il tuo capo, usandoti per il Suo piacere. Una parola, pronunciata con forza

“GUARDAMI” Sollevi piano i tuoi occhi nei Suoi, a permettergli di leggerti dentro, in fondo all’anima, ciò che sei. La tua saliva lo circonda, lo avvolge, lo scalda; cola dalle tue labbra quando per un attimo ti allontana da se, tenendoti immobile davanti a Lui, a bocca aperta, offerta, implorante quasi, di riaverlo in te; torna, imperioso, ad appropiarsi della tua bocca, della tua gola, con colpi rapidi, decisi, profondi, e tu … Sua, felice, eccitata. Aumenta il ritmo dettato dalla Sua mano, senti il Suo sesso gonfio contro il palato, ti stringe a se tenendoti immobile, soffocandoti la gola, una mano a stringere le tue narici, a privarti di ogni ansimo d’aria, gli occhi spalancati, il viso rosso, l’impossibilità a muoverti, …. paura, terrore, panico, eccitazione, mentre il suo sesso ti colma, rubandoti l’aria … finchè non ti strappa da Lui, respiri ansimando, la bocca lorda di saliva e di umori, e ti lascia accasciare a terra, immobile, ai Suoi piedi, ansimante, eccitata, umiliata, … Sua. La Sua voce più carezzevole ora, seppur decisa
“è questo che vuoi Alba? È questo che sei? ” il tuo
“sì ” prorompe dal tuo petto,sì è questo che sei è questo che vuoi essere, femmina, puttana, cagna, schiava, ma sempre e solo sua. Ti fissa, in silenzio, senti il Suo sguardo, deglutisci a vuoto, aspettando, desiderando ciò che ancora non sai. Un ordine, secco, deciso: “SIEDITI SU QUEL DIVANO Alba, ORA” ti alzi di s**tto, le gambe tremanti per le emozioni che stai vivendo, ti siedi di fronte a lui, senza osare guardarlo, mostrando impudicamente il tuo corpo nudo, senza poter celare la tua voglia, aspettando.

“masturbati per me Alba, davanti a me, ora, senza pudore, voglio vederti donna, femmina, fiera della tua voglia” un attimo di imbarazzo, un lungo attimo in cui rivivi ciò che hai fatto quel pomeriggio, quando sola, ti sei masturbata davanti ad uno specchio per me, guardandoti sfacciatamente per la prima volta in vita tua mentre ti impossessavi di te con le tue dita, immaginando che fosse lui a guardarti, desiderandolo; ora lui è qui, davanti a te, ancora una volta conosce le tue fantasie, ti ordina di viverle. Sembrava facile immaginarlo, difficile ora vincere imbarazzo e pudori, mentre lenta la tua mano sfiora il tuo seno. Senti il suo sguardo bruciarti sulla pelle, senti il volto in fiamme, ma le tue dita, via via, si fanno più audaci, più sicure, imparano e riconoscono movimenti amati, desiderati, sfiorando appena i capezzoli, scivolando sotto il seno, stringendolo piano, tornando ai capezzoli per chiuderli tra le dita, trattenendo un gemito. Ti abbandoni davanti a Lui, lasciando che le tue cosce si aprano a Lui, mostrandoti, lasciando che il tuo bacino danzi ritmicamente seguendo le fantasie della tua mente, spudoratamente la tua mano sale alle labbra, le tue dita si bagnano di saliva, tornano a sfiorare i capezzoli, sentendoli fremere a quel tocco, sussultando al suo sguardo. Lasci scivolare il bacino in avanti, al bordo del divano, vuoi che lui ti veda, vuoi donarti a Brando anche in questo modo; la tua mano finalmente scivola tra le cosce, gioca con la tua peluria umida, sussulti a tuo tocco lieve, via via si fa più deciso, trovando il clitoride, premendolo sotto i polpastrelli, facendolo scivolare con movimenti rapidi, accompagnati dal tuo ansimare ritmico; la tua mano si muove più rapida ora, si arresta per un istante, accentua la pressione, lì, dove il piacere è più intenso, si muove ancora. Le dita unite scivolano tra le grandi labbra turgide di voglia, sensibili come non mai, aperte a Brando, si piegano, entrano appena in te, escono, tornano a bagnare il clitoride dei tuoi umori, a farlo sussultare di piacere; ancora si piegano, più decise ora, entrando in te, mentre inarchi il busto, lasciando sfuggire un lungo gemito di piacere, spingendole lentamente in te, fino in fondo, muovendole dentro te, cercando i punti più sensibili, ed ancora escono, lucide di voglia, per tuffarsi nuovamente in te, i movimenti si fanno sincopati ora, frenetici, accompagnati da ondeggiamenti impudichi del bacino, da ansimi sempre più ravvicinati, da rochi gemiti. La sua voce: “continua Alba, più a fondo, di più, scopati davanti a me piccolina”, ti abbandoni su quel divano, le cosce spalancate a Lui, masturbandoti furiosamente ora, il viso arrossato, coperto da un velo di sudore, più veloce, più a fondo, di più. La mente avvolta dalla nebbia del piacere, il corpo scosso da tremiti violenti, il bacino che danza oscenamente sulle tue mani, di più, ancora di più, mentre in un gemito implori
“… ti prego dimmi di si, ti prego, ora dimmi di si… ” Il profumo della tua eccitazione riempie la stanza, odore acre di umori, sudore, sesso …. i tuoi gemiti rompono il silenzio, ma Lui tace, non puoi più fermarti ora, il bacino si solleva a s**tti, la schiena arcuata nel piacere, e ….
“FERMATI Alba, ORA ! BASTA !”
Quel suo atteggiamento freddo, gelido, severo, ti ghiaccia il sangue; mordendoti le labbra, mentre il tuo corpo urla la sua protesta, la sua urgenza di piacere. Guardi la tua mano, ancora fradicia dei tuoi umori, tremante d’eccitazione repressa, mentre inconsciamente le cosce si serrano cercando di calmare i sussulti del tuo ventre, il viso paonazzo, il respiro interrotto a bloccare il piacere che stava per avvolgerti, per rapirti, sfinita, tesa, eccitata, vuota.
Tremando all’idea che possa andarsene, lasciarti, trovi in te la forza di scivolare a terra, singhiozzando
“… nno ti prego, resta, ti prego perdonami, puniscimi, umiliami, ma resta con me … ho bisogno di Te, di ciò che Sei, per essere ciò che sono”. Carponi avanzi verso Lui, che ostentatamente continua a darti le spalle, immobile. Senti la Sua delusione, brucia in te, ma ancor più brucia la delusione verso te stessa per non averlo saputo seguire, ma era troppo … perché? Come? Come poteva pensare che tu riuscissi a fermarti all’istante? Ma sai che sono vuote giustificazioni verso te stessa, … troppo … te lo aveva detto che sarebbe stata una strada dura, difficile, ed alla prima difficoltà ti sei arresa, … È forse eccessiva la Sua guida? Lentamente abbracci da terra le Sue gambe, stringendoti contro Lui.....“per favore, ti prego, non lasciarmi, ho bisogno di tutto questo, insegnami, guidami, ma non lasciarmi”.
La Sua voce calma e dura ancora a parlarti: “ho dovuto ripeterti due volte il mio ordine Alba, due volte ho dovuto dirti basta, senza che tu obbedissi, sono deluso Alba, molto deluso, probabilmente mi sbagliavo su ciò che è in te, su ciò che tu sei”, ancora i tuoi singhiozzi sussurrati, ritmati dall’ansia
“....ti prego, per favore, non mi lasciare ora… ” Il Suo tono, quel tono, lontano, freddo, il silenzio che ti avvolge, solo il suo respiro calmo, regolare, a far da contraltare al tuo, affannato, interrotto da apnee tese, da singhiozzi che non puoi trattenere …. E, finalmente, lentamente Lui si gira verso te, la Sua mano severa afferra i tuoi capelli costringendoti ad alzarti, in piedi davanti a Lui, si sposta dietro te, una benda nera copre i tuoi occhi, tremi Alba, ma di gioia ora, Lui si prende cura di te, Lui ti insegna, ti guida ancora persa nel buio di quella benda attendi, mentre le Sue dita si serrano sui tuoi polsi, sollevandoli sopra il tuo capo, le braccia in alto, tese. Lasciandoti così.

“hai sbagliato Albina, e lo sai; cosa vuoi ora?” rispondi prontamente, la voce ancora incrinata dal pianto, ma la gioia e la fierezza in te vendono fuori;
“ho sbagliato, merito un punizione”.
Sei appesa al soffitto del mio salotto con le braccia legate.......
I minuti scorrono lenti, le braccia si fanno pesanti, cerchi di vuotare la mente, di allontanarla da quelle fitte brucianti che ti trafiggono i muscoli, di non pensare al dolce abbandono, di poter abbandonare le braccia lungo il corpo; non puoi deluderLo ancora, ti ha chiesto di restare così, e … ci resterai, non Lo deluderai ancora. I minuti inseguono i minuti, il dolore si trasforma in tremore irrefrenabile, senti le braccia cedere, in sussulti d’orgoglio di slave le spingi ancora verso l’alto, davanti a Lui, fiera di obbedire. La sua voce, improvvisa, amata, desiderata: “va tutto bene piccolina? ” La tua voce si incrina rispondendogli, ma la tua risposta è sicura, convinta, voluta:

“sì” una sola parola, ma detta con decisione, a comunicargli che non Lo deluderai ancora. E spingi verso l’alto con più decisione le tue braccia.
Tempo, che sembra scorrere troppo lentamente, dolore che diventa dolce tormento, mentre ti ripeti...“ora mi dirà basta, ora mi fermerà”.... Ma altro tempo si somma al tempo, non può continuare, non puoi res****re ancora, tutto il corpo scosso da un tremito, il respiro affannoso, i muscoli che bruciano e… il trillo urlato del tuo cellulare, …. quel rumore improvviso ti strappa un grido, abbassi inconsciamente le braccia per un attimo, ma subito le riporti come Lui vuole, immobile, cercando di ignorare quello squillo insistente. Lo senti alzarsi, muoversi, Lo intuisci vicino a te, sussurrare al tuo orecchio
“ è paolo, il tuo uomo, rispondi, parlagli”, mentre Brando avvicina il cellulare all’altro orecchio.
“digli che hai delle fitte al ventre, improvvise … , una specie di spasmo continuo…. ” Ed accompagna queste parole con un gesto deciso, spingendo in te le Sue dita, prendendoti, muovendole in te, ripeti con un fil di voce quelle parole a Paolo, senti il viso bruciare di vergogna, ti senti un verme per ciò che gli fai, per ciò che fai a te stessa; ancor più quando lui chiede se deve raggiungerti, chiede come può aiutarti. Ancora Brando suggerisce al tuo orecchio:
“digli di stare tranquillo, che ora … prendi qualcosa …. E tutto passa, e starai subito bene” Non ti sfugge lo sfacciato doppio senso, le Sue dita continuano a frugarti, a farti Sua, ti senti come se stessi tradendo paolo davanti ai suoi occhi, piena di vergogna, come se paolo potesse vederti mentre ti abbandoni alle mani di Brando eppure, tuo malgrado, ancor più eccitata.
Finalmente riesci a tranquillizzarlo, ad interrompere quella conversazione troppo difficile da sostenere, finalmente, ancora … tu e Lui.. Strappa la benda dai tuoi occhi, il Suo sorriso davanti a te, un sorriso fiero e gelido, mentre ti spinge a terra, mentre la Sua mano non smette di farti Sua, mentre la tua voglia cola sulle Sue dita E finalmente Lui dietro te, schiacci il viso a terra sentendo il Suo sesso sfiorare il tuo, accarezzarlo, battere sul clitoride dolcemente, schiudere le grandi labbra, farsi strada dolcemente, poi con più decisione, fermezza, in te.
E’ notte fonda e Alba si agita sul cazzo duro. Poi lo prende in bocca e si fa sborrare a fiume in bocca. Beve tutto. Le piace molto. È una lurida puttana, vorrebbe infilarsi una candela nel culo, me lo dice subito... “Ficcamela, ti prego.” Gliela infilo anche io, serve un po’ di aiuto al Master per sottomettere quella cavallona e soprattutto lasciarle un dolore dentro che si sarebbe portato per tutta la vita. La sensazione di aver perso ogni identità, la sensazione di una cicatrice al suo orgoglio che non si rimarginerà, la sensazione di essere meno utile di un cagnolino domestico. Alba stava per finire i suoi giorni come Alba Antonella Parietti e forse, dopo quella notte, sarebbe nata una nuova persona.
Sente il caldo della candela prima accesa. Ora mormora qualcosa. “Cosa mormori, brutta zoccola” le dico io.
“Uhm“. “Stai zitta“. “Ohm”.
“Smettila ti ho detto....“
Le mollo un ceffone. E tace. Le guance si arrossano. Si allarga il buco del culo e la candela entra dentro. Non parla più. Ha il mio cazzo in bocca. È avida e se lo mangia a morsi. A bocconi Le tiro i capelli lievemente. Le ficco la candela in bocca. La metto a pecora e le dico forte che è una bagascia. Le sborro in culo e la rigiro. Si inchina davanti al mio cazzo.
“Inginocchiati”. Si inginocchia fin troppo servile, si inginocchia e mi lecca le palle.
“Dimmi che sei una vacca”. “Sì, sono una grande vacca” dice lei. “Sono una supervacca, oh… Sventrami, picchiami a sangue ! “.
La sculaccio a dovere. Nel frattempo avevo tirato fuori qualche "accessorio": ammanettai Alba e le misi un collare con tanto di guizaglio a catena. "Questa sera sarai la mia cagna !"
Me la misi sulle ginocchia col culo per aria ed iniziai a sculacciarla per bene. "Ahia, così mi fai male!" provò a ribellarsi e divincolarsi. Allora io tirai più forte il guinzaglio e la strinsi
più stretta "stai zitta troietta, ora ti insegno come ci si comporta con il proprio padrone."
"Inizia a contare le sculacciate, SCIAFF uno..., SCIAFF due, SCIAFF tre...”
Quando le sue natiche erano ormai diventate violacee e roventi al tatto, mi fermai... Eravamo arrivati a trenta sculacciate.
"Ora da brava cagnolina, mettiti a quattro zampe" lei obbedì in silenzio e, con una smorfia da cui traspariva un misto di dolore, stupore e spavento, si posizionò docile ai miei piedi. Io ero ancora del tutto vestito, allora mi spogliai e mi misi davanti a lei. La tirai su per il guinzaglio e le allargai leggermente le gambe. Ovviamente il mio uccello era già in tiro.
"Ora lecca le palle al tuo padrone " Alba, la diva della tv era umiliata ma, anche se un po' riluttante, continuò ad obbedire in silenzio (forse il sedere le faceva proprio male). Lasciai che mi leccasse le palle per un po’, poi, quando mi stufai, le dissi di salire lungo l'uccello con la lingua. "Ora prendilo per bene in bocca!" Iniziò a spompinarmi con gusto. Avrei voluto lasciarla fare a lungo, ma sarei venuto troppo in fretta... E io avevo ancora altri progetti per la serata...
"Brava me lo hai succhiato bene: ti meriti un premio".... sfilai con riluttanza il mio cazzo dalle sue labbra morbide e tornò nella sua posizione a quattro zampe. Il "premio": del lubrificante e una fila di dieci palline thailandesi di grandezza crescente. "Come ogni buona cagna che si rispetti, ora avrai la tua coda" le dissi mostrandole la fila di palline. La bagascia torinese sgranò gli occhi e aprì le labbra per ribattere, ma non le uscirono le parole...
Io mi sistemai dietro di lei ed ordinai: "apri bene le gambe e mostrami il culo".
Iniziai a massaggarle le chiappe con il lubrificante: era evidente che la cosa le diede un po' di sollievo al bruciore procurato dalle sculacciate. Poi passai a lubrificarle il buco del culo e la fica, peraltro già piuttosto bagnata: "Sei ancora bagnata. Allora ti piace proprio fare la cagna, eh !? "
La massaggiavo con sempre più vigore, penetrandola sempre più a fondo nella vagina e nell'ano e lei, dal canto suo, muoveva le anche, si contorceva attorno alle mie mani e ansimava sempre più forte "Ti piace, troia?" "Ahh siii, ahh siii, siii..." "Vuoi che continui allora?" "Ahh,daiii, siii".
Continuai a lubrificarle ed allargarle entrambi i buchi per un po', poi presi finalmente le palline: "Ora conta mentre ti infilo le palline !" le ordinai iniziando ad infilarle la prima pallina nell'ano. "Uno" "due" ... Quando arrivò a cinque le infilai tutto il mio uccello nella fica: la penetrai senza alcuna difficoltà tanto era lubrificata... "otto", "nove", dieciii"... continuavo a scoparla sentivo con la punta del mio uccello le palline che le avevo infilato nel culo. Quando ho sentito che stavo per venire sono uscito dalla sua fica fradicia, le sono girato attorno e mi sono posizionato davanti alla sua faccia. "Ora da brava cagna mi succhi per bene il cazzo, ti fai riempire di sperma la bocca e bevi fino in fondo il seme del tuo padrone". E così lei fece: in pochi attimi le riempii la bocca con una gran quantità di sborra, che a fatica la cagna deglutì a più riprese...
Brando lasciò casa mia e non baciò Alba ma prese un coltellino e sul suo braccio sinistro incise due lettere S intrecciate.
Questo è il segno che dimostra che stanotte ti ho avuta ed abbiamo fatto l’amore come solo due serpenti lo fanno. Ormai sei una Creautura della Notte....è questa la tua vera Natura, sarai la puttana di ogni Diavolo, o Anima Nera, che vorrà possederti, dove vorra e quando vorrà. Sentirai questo richiamo misterioso perchè la tua carne si è finalmente fusa con la tua anima e questo matrimonio è indissolubile, benedetto dalle Anime della Notte e dal sangue che ti cola dal braccio e che non asciugherai se non tra trenta minuti. Le Creature spirituali hanno bisogno di nutrirsi ed hanno bisogno di omaggi. Tu sei stata il mio sacrificio per loro.

 

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