domenica 29 dicembre 2013

La ragazza tutta cazzo e chiesa pt. 2

Intanto ci tenevo a ringraziarvi per tutte le visualizzazioni che già in un solo giorno il racconto ha ricevuto, non mi aspettavo di stuzzicare così tanto la vostra curiosità!

P.S. Ci tengo a precisare che la storia da me scritta è reale, ed è un onore metterla a disposizione di questa meravigliosa community… Detto ciò: enjoy!

Stava ancora davanti la soglia quando presi la prima cosa che mi capitò a tiro per coprirmi il cazzo, ma non immaginavo minimamente cosa sarebbe successo da lì a poco…
La madre di Laura, Silvana, entrò con arroganza scagliandosi verso la figlia. La prese per i lunghi capelli e la fece inginocchiare con forza nello stesso punto dove poco prima mi aveva succhiato il cazzo.
“Che cos’è questa roba?” Iniziò a mugugnarle contro, indicando il mio piscio per terra. “Mamma mi fai male!” continuava nel frattempo ad urlare Laura, mentre provava a divincolarsi dalla morsa della madre che la teneva ben ferma dai capelli. “Che cosa è??! Ti ho chiesto!!” Allora Laura provò a replicarle “Mi è caduta dell’acqua forse” “E da quando l’acqua è gialla? Puttana! Tu col tuo viziaccio di bere piscio. Non ti basta più quello di tuo padre?”. Se fino a poco prima ero pietrificato e col cuore che mi batteva all’impazzata per la paura, al sentir quella verità sbiancai ulteriormente e non seppi più che cosa pensare, tanto mi aveva intontito. “Laura cosa è questa storia? E’ la verità?” domandai con un filo di voce. Laura annuì con un leggero cenno del capo, mentre teneva lo sguardo fisso in basso e l’espressione di chi si vergogna come un ladro. Ma quando cominciai un tantino a realizzare, ciò che mi sconvolse non fu tanto questo, ma come fosse possibile un rapporto del genere con il padre al di là del gesto…ciò significava che si era scopata il padre? E la madre era d’accordo? E se fosse stata vera una cosa del genere, come mai ogni volta che andavo a casa sua si ostinava a farmi credere che i suoi si sarebbero infuriati se ci avessero sorpreso, quando invece loro stessi forse si scopavano la figlia? Forse perché erano ossessivamente gelosi di lei? Che cazzo, il mondo mi stava crollando addosso, numerose domande mi fluttuavano in testa. Sapevo già in realtà che Laura fosse una troia, ma dall’altro lato mi stupivo di quanto lo fosse, non considerando inoltre quanto folle fosse ormai la sua affermazione di essere credente: cristo santo, qui stavamo parlando di i****to!
“E’ ora che tu riceva una lezione, troia che non sei altro!” se ne uscì ad un certo punto Silvana. “Guardati quanto sei ridicola tutta fradicia di piscio, sembri una cagna!” Come darle torto? Le avevo praticamente lavato il vestitino. Ma cosa intendesse per punizione in quel momento, questa sì che sarebbe stata una bella sorpresa. Silvana cominciò a farsi strada fuori dalla stanza, con al seguito Laura che veniva trascinata dai capelli. Quella scena mi pareva così surreale, mi aspettavo il peggio, eppure qualcosa mi teneva fermo lì: in vita mia non ero mai stato tanto curioso. Nel frattempo ne approfittai per rialzarmi i boxer e i calzoni ancora calati, e li allacciai. Silvana tornò subito dopo, ma tra le mani ora cingeva il lembo di quello che aveva tutta l’aria di essere un guinzaglio, al suo seguito c’era ancora Laura che gattonando e piangendo seguiva la madre che le aveva fatto indossare una specie di collare attraverso il quale la teneva letteralmente al guinzaglio. Ma da dove cazzo aveva preso quella roba? In quale famiglia di pervertiti mi ero andato ad infilare? Silvana legò il guinzaglio al termosifone che c’era vicino al divano e diede a Laura l’ordine di leccare il resto del piscio che c’era a terra: “Brava, così! Fai la cagna che è la cosa che ti riesce meglio!” A quel punto cominciai seriamente a temere cosa sarebbe successo a me, vi rendete conto che cazzo di situazione? “E ora a noi due.” Eccola, Silvana si rivolse a me, con un tono che non faceva presagire nulla di buono. Poi guardandomi i pantaloni aggiunse “Che c’è ti sei già rivestito? Eh no mio caro, mia figlia deve ancora pagare per la sua insaziabilità! Pensavo che concedendole il cazzo di suo padre i suoi bollenti spiriti si sarebbero placati e invece è diventata sempre più troia.” “Mi scusi ma cosa intende fare?” Le chiesi con voce tremante, mentre iniziavo a farmi una mezza idea di cosa stava per accadere. “Semplice, io e te scoperemo. E’ giunto il momento che quella troia di mia figlia capisca cosa è significato per me cederle il cazzo di mio marito e sono sicura che scopandomi il suo ragazzo inizierà a farsene un’idea!”
Laura cominciò a dimenarsi e a imprecare contro la madre che rideva di gusto: “No mamma, no! Lui è soltanto mio. Non lo fare ti scongiuro, non te lo scopare!” Una cosa del genere non me la sarei aspettata neppure in un film porno, ma era la pura realtà, cazzo se lo era! E io c’ero dentro a capofitto.
“Zitta tu! Continua a pulire e fai brillare quel pavimento che mi ci voglio poter specchiare, zoccola!”
Laura le sputò addosso, ma dalla posizione in cui era riuscì malamente a colpirle l’orlo della veste che indossava. Fu allora che sua madre le mollò un ceffone e ancora in preda all’euforia si diresse verso di me. Iniziò a spogliarmi senza pietà, gettando e sparpagliando per terra tutti i miei vestiti, poi toccò a lei.
In un attimo ci ritrovammo entrambi nudi, sul divano. Silvana assomigliava molto a Laura, se non fosse stato per le rughe sul viso e per i capelli a caschetto neri, chiunque le avrebbe scambiate per sorelle, e mentre Laura portava una sufficiente seconda, Silvana stava invece deliziando la mia vista con una quarta abbondante. Una pancia un po’ cadente, palesava la cinquantina d’anni che a parer mio la signora portava discretamente. E il suo culo poi…Dio, il suo culo era qualcosa di favoloso. Da lì capii da chi avesse preso la figlia, che poteva invidiarle solo quello oltre che le tette. Fu mentre pensavo questo che Silvana mi si sedette sopra la faccia, sbattendomi la figa in bocca. “Leccala maiale! Fammi godere, adesso!” Inizialmente titubai un po’, la peluria della sua figa era così folta che un po’ mi disgustava, ma appena la annusai quel profumo di passera matura mi inebriò e ubbidii iniziando con piacere a leccargliela. Dapprima mi feci spazio tra le grandi labbra, scurissime a differenza di quelle di Laura, poi andai alla ricerca del clitoride e appena lo scorsi, tra la carne cadente e il folto della peluria, iniziai a leccarlo con grande passione. Prima lentamente, poi voracemente, quasi a volerlo mangiare. Lo strizzai con le labbra ripetutamente, tirandolo con forza a me e nel frattempo Silvana godeva come non mai, dimenandosi sulla mia faccia che iniziava ad accogliere i suoi umori. Già, perché la figa le si bagnò così tanto che la mia bocca fino a sotto il mento cominciò a grondare copiosamente. Fu in quegli istanti che iniziò ad urlare come un’ossessa, in preda ai suoi orgasmi, che senza esagerare durarono un’ora buona, l’ora in cui mi fece suo schiavo e leccatore assoluto di figa. Quasi iniziava a farmi male la lingua, ed era impregnata dei suoi umori a tal punto da non sentirne più il sapore oltre che la consistenza, ragion per cui iniziavo anche ad ingoiare tutto quel liquido pur di poter risentire la sua carne. Il mio cazzo era tesissimo, ero davvero troppo eccitato, le palle cominciavano a riempirsi nuovamente e dopo il voluttuoso pompino di Laura iniziavano anche a farmi meno male, adesso. Poi mi venne in mente, già…Laura. Anche lei si era rassegnata alla madre, tirando a lucido il pavimento sporco di piscio. Non potevo vederla, ma l’avevo sentita leccare per terra tutto quel tempo, interrotta solo dai sussulti del suo pianto. Mi faceva quasi pena, un po’ mi vergognai della mia erezione che sbandierava lì sul suo divano, ma sarei un’ipocrita nel dire che non trovavo di mio gusto quello che mi stava capitando. “Ehi puttana basta leccare a terra, guarda come godo col tuo ragazzo piuttosto.” Furono le uniche parole che a fatica le uscirono dalla bocca a forza di mugolare. Cacciando le ultime urla Silvana si tolse finalmente dalla mia faccia, e ansimando ancora sonoramente, riposò il suo corpo nudo accanto al mio. In quel momento, non essendo più imprigionato nelle gambe di Silvana, ebbi la possibilità di vedere che sull’uscio un uomo con una pancia pelosa e spropositata si dimenava il cazzo guardando me e Silvana: era Cesare, il padre di Laura, chissà da quanto era lì a segarsi quel vecchio bastardo. [Continua…]

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