“Hey, piccolo, è ora di svegliarsi…”
Mia madre, bella qurantaduenne in piena forma, mi svegliò in una calda
mattinata di giugno per ricordarmi che dovevo assolutamente prepararmi
per l’esame della patente.
“No, dai ancora un po’…”
“Dai pigrone, alzati da quel letto. Oh no, ancora, Piero!”
“Uh? Ma che dici?”
“La devi smettere di farti le seghe e sborrare nei fazzoletti di cotone! Vedi di usare dei fazzoletti di carta!”
Cacchio, avevo dimenticato di ripulire la stanza ma ormai il danno era
fatto. Aveva in mano quel fazzoletto pieno di sperma e me lo sventolava
davanti al naso.
“Allora, porco, che mi dici? Senti che odore di sperma che ha questo
coso…e poi non posso sempre lavarli, tuo papà si è già arrabbiato perché
quelle macchie non vengono via!”
“Ma mamma, dai, mi imbarazza parlare di queste cose io…”
“Niente scuse. Se vuoi farti delle seghe, vai in bagno come tutti i tuoi amici e pulisciti con la carta igienica, chiaro?”
“Ma ieri avevo finito i fazzoletti di carta e…”
“E cosa? Razza di porco che non sei altro…cosa stavi guardando ieri sera? Programmi piccanti o foto porno su internet?”
“O gesù mami…ma che diavolo dici? Come parli? Mi sembri una puttan…ehm…”
“Una puttana, eh?...puttane saranno quelle troie che vedi sui tuoi schermi facendoti le seghe!”
“No, scusa mamma, sai com’è…appena sveglio si dicono tante cose e…”
“Intanto guarda come sei conciato! Hai tutto il cazzo fuori dai boxer!”
“Ops…scusami…è l’erezione del mattino…”
“Ma quante seghe ti fai al giorno, Piero?!”
“Credo una o due…dipende mamma ma…non puoi andar di là che sono nudo?”
“No. Devi vergognarti e fare vedere alla tua mamma che razza di figlio porco che sei!”
“Mamma è che…insomma, la tua vestaglia è aperta e…ti si vede tutto…”
“Beh? Ho indosso mutande e reggiseno, fai finta che sia in costume, no?
Non sono lì con la figa di fuori come te col tuo…col tuo…cazzone lì,
duro come il ferro! Avanti, masturbati, sborra nella carta igienica e
poi vieni a fare colazione!”
E sbraitando ancora qualcosa di incomprensibile, si allontanò dalla stanza.
Io presi il mio membro in mano e iniziai a menarmelo come non mai,
immaginandomi davanti a mia madre vestita solo con quei due pezzettini
di velo in pizzo nero come aveva su quella mattina.
Effettivamente, anche se un po’ di carne strabordava, i suoi fianchi e
le sue natiche erano ben fatte e la cellulite era solo marginale. Il
fatto che indossasse sempre perizomi e reggiseno molto stretti, mi
eccitava ancora di più, come l’immaginare di tirare fuori quelle due
tette che stavano a stento in quelle coppe nere.
Sborrai in un attimo, mi pulii con il primo fazzoletto di cotone he avevo tra le mani e poi mi diressi verso la cucina.
La tazza con il caffèlatte era già pronta e mia madre si stava gustando
le sue tre fette biscottate integrali per mantenersi sempre in linea con
quella dieta allucinante, con lo sguardo rivolto verso la tazza e un
volto scuro che poco di buono prometteva.
Mi sedetti davanti a lei e inizia a cucciare qualche biscotto, finchè
cercai di rompere il ghiaccio con colei che mi aveva sempre trattato
come un amico, più che come figlio.
“Ma perché, per una buona volta, non mangi qualche biscotto in più?”
“Perché la dieta me lo vieta, figliolo…”
“Ma che te frega, dai! Ancora un po’ che dimagrisci scompari!”
“Seee, almeno ma sai…tuo padre è molto esigente. Vuole una moglie e una madre perfetta. In casa, al lavoro e…a letto.”
“Mamma!”
“Cosa c’è che ti scandalizza? Come credi che tu sia nato? Dai, avanti, mangia e bevi che poi si raffredda.”
“Senti mamma, una cosa volevo chiederti…”
“Che vuoi? Lo sai che sono arrabbiata con te.”
“Sì e proprio a proposito di questo volevo domandarti due cose…ma perché
solo stamattina hai dato fuori di melone riprendendomi per
le…ehm…seghe?”
“Perché i fazzoletti costano cari e non mi sembra il caso di rovinarli con delle macchie di sborra!”
“Sperma, mamma, si può anche chiamare sperma!”
“See, come se non ti sentissi quando parli con i tuoi amici. Guarda che
sono ancora abbastanza giovane per sapere come gira il mondo, sai? Anzi,
a proposito, quel tuo amico là, Leo, ha smesso di farsi le seghe
pensando al mio culo?”
“Mamma! Ma che hai oggi? Ma che stai dicendo?”
“L’altro giorno stavo per telefonare alla nonna e ho sentito che c’eri tu all’apparecchio che stavi parlando con Leo”.
Rimasi di sasso. Sapevo benissimo che con Leo se parlo, si parla solo di
troie, puttane e fighette della scuola. Immaginavo già dove volesse
parare lo sclero materno.
“Piero, lo sai che ho sentito tutto?”
“Ma proprio tutto, mami?”
”Sì, anche quando descriveva come si immaginava che lo cavalcassi, come dice lui, mentre mi teneva per i capelli…”
Nel mentre, si mise dietro alle spalle i lunghi capelli neri che aveva e
sorrise mentre inghiottiva una fetta biscottata, sempre guardando nella
tazza e mai guardandomi negli occhi.
“Ah…beh, insomma, lo sai che sei una bella donna. Posso capire che ti abbia dato fastidio ma…”
“No, non mi ha dato fastidio. Mi ha infastidito quello che hai detto tu dopo…”
“Cioè?”
“Ma fai il furbo o cosa? Non facevi altro che incitarlo raccontandogli
tutta la lingerie che porto indosso…ma quante volte spii nei miei
cassetti? Lo sai che un ometto come te non dovrebbe farlo?”
“Scusa mamma, lo so, ho sbagliato ma…”
”Niente ma. Non ho finito. Gli hai anche narrato alcune cose che io in
realtà non faccio…vuoi qualche esempio? Che ne dici della bufala che gli
hai raccontato che mentre mi lavavo in bagno mi penetravo con un fallo
di gomma nero?”
Mi era passata la fame. Avevo superato il limite quella volta, lo
ammetto ma mia madre si stava vendicando molto lentamente e non sapevo
come uscire da quel labirinto di parole che mi avrebbero inchiodato.
“Oppure di quella volta che mentre mi radevo le gambe senza mutande, sei
entrato in bagno e, mentre pisciavi, ti guardavo languidamente? Non ti
sembra di aver esagerato?”
“Non ho parole mamma. Ho capito solo ora ciò che ho fatto. Perdonami.”
“Ti perdonerei ma, sai una cosa, non mi va di passare per una madre pornografica quando a te, non ho mai fatto nulla.”
“Lo so, lo so…scusami…”
“Smettila di scusarti. Non sapevo che ti sparassi le seghe pensando a tua madre come una troia.”
”MAMMA! Dai, smettila di usare questo tono e queste parole!”
“Di quali parole parli? Le volgarità percaso? Non sei tu che hai detto a
Leo che mentre mi penetro col vibratore mi autodomino dicendo che sono
una vacca vogliosa di cazzo?”
“Oddio mamma, sì è vero, hai ragione non dovevo…ma ora che vuoi fare? Vuoi che io la paghi? Come? Non mi comprerai più la moto?”
“La moto te la compro solo se davvero riuscirai a farmi essere come ciò che vai raccontando”
Rimasi impietrito.
“Scusa…?”
“Hai capito bene, non sei più un bambino, anche se lo sarai sempre ai
miei occhi…ora tirati fuori il cazzo e fammi vedere come te lo meni
quando pensi a me.”
“M-ma, che dici? Mi fai paura! Sei mia madre e non una troia come…”
“Come quelle dei film? Con tuo padre faccio tutto ciò che vedi nei film
ma mi sono un po’ stufata del suo arnese. Non del tutto almeno ma…avrei
bisogno di qualcosa di stuzzicante…cessò, provocare qualcuno giovane per
rendermi conto di quanto sono ancora piacente”
“Ma? E io? Che c’entro?”
“Come cosa c’entri? Tu sei mio figlio e so che le mie tette e il mio
culo li descrivi sempre con dovizia di particolari ai tuoi amici o mi
sbaglio? Ho capito che le mie provocazioni reggono alto lo spirito
ormonale anche dei diciottenni come te…o no?”
“Provocazioni?”
“Perché, non te ne eri mai accorto? Sono un’esibizionista nata. Già con
mio padre mi mettevo in mostra quando ero appena adolescente e oggi mi
ritrovo a far fare la bava ai miei colleghi e a quel porcellino del mio
cucciolo, vero Piero?”
“Non capisco…io non sapevo che tu…”
“Ah no? E che mi dici di tutti i pranzi che ti ho fatto stando sempre e
solo in tanga e reggiseno? O che mi dici di quando vengo a pulire camera
tua e mi metto a novanta gradi per farti sbirciare sotto la gonna…e
stamattina? Sono qui in vestaglia col completino nero in pizzo che sono
sicura ti piace da impazzire, non è vero?”
“S-sì, è così ma io…”
“Sshhh, fai silenzio e ascoltami. Tu ora ti alzi e ti spogli e poi ti vvicini a me col cazzo di fuori, ok?”
Non me lo feci ripetere due volte, fui di fronte al suo viso col mio membro in tiro in trenta secondi.
“Ora la tua mammina si toglie l’accappatoio…ti piacciono le mie tette, mh?”
“Si, voglio toccartele…”
Allungai la mano ma me la bloccò con uno schiaffo.
“No, sono sempre tua madre, non ricordi? Guardale e basta…ecco, te le
tiro fuori dalle coppe…ti piace la mia terza abbondante, piccolo di
mamma?”
“Sì…io, io ho voglia di…”
“Di sborrare? Allora inizia a toccarti il cazzo mentre, finalmente, le
tue fantasie di porco si esaudiscono, ok porcellino della mamma?”
Iniziaia a masturbarmi per la seconda volta ma i miei coglioni non
avevano alcun sforzo; nonostante la sega di pochi minuti prima, erano
già pronti a sfornare altri spermatozoi.
“Bravo, piccolo mio, masturbati e guarda la tua mamma. Ti piace vedermi così a gambe aperte?”
“Sì, tanto mami….toccati anche tu, dai…porca!”
“Ohi, ma si dicono queste cose alla propria mamma? Porca…tz, pensavi
fossi più volgare con una del mio calibro…comunque sono io che do
ordini…guardami e non ordinarmi nulla, ok?”
“Sì mia padrona…come vuoi tu mamma…anzi…vacca…”
“Sì, chiamami vacca, mi si addice proprio, non trovi? Guarda qui, mi sto
spostando lo slippino per farti vedere il mio nuovo taglio…ti piace?
L’estetista ha insistito per farmi un cuore…”
“Ha fatto bene mamma, ha fatto bene…la tua fica è magnifica con quel disegno di peli scuri…ti dona, puttana che non sei altro….”
“Continua a farti la sega e non distrarti troppo con le
parolacce…stronzetto….guardami bene….mi strizzo le tette mentre con le
dita mi masturbo sono abbastanza una troia come piacciono a te e a Leo o
no?Rispondi cane….”
“Sì mamma, sei una troia. Esagerata, anche. Una vera troia da film porno ma io…io sto per venire…non resisto…”
”Mentre sborri qui, nella mia tazza del latte, voglio che mi lecchi la lingua, puoi farcela?”
“Si cagna, ti lecco la lingua e ti sborro nella tazza puttanaaa..aaaAAAHHH!”
“Bravo piccolo porco, ora allontanati e fammi bere il tuo latte con lo sperma di mio figlio….”
“Ho voglia di picchiartelo dentro, mami!”
“Neanche per sogno, schiavo. Ora andrò a svegliare tuo padre e mi farò
sodomizzare il culo mentre tu…se vuoi…puoi sbirciare dalla serratura…Se
riesco a ingoiare bene bene tuo padre magari, un giorno, potresti
entrare anche tu e fottermi insieme al tuo babbo, ti piacerebbe,
stronzetto?”
“Sì…ma che puttana sei madre mia? Non ti facevo così zoccola! Aveva
ragione Leo ha dirmi che dovevi essere una gran vacca a letto! Muoviti,
ora bevi tutta la mia sborra nel latte e vatti a farti scopare da papà.
Voglio vedere il suo cazzo che ti sfonda di dietro!”
“Dio, come sei perverso, figlio mio, hai proprio preso tutto dalla tua mamma…”
“Sì sono perverso e un giorno sarò io a impalarti il tuo bel culo!”
“Lo farai ma ora devo andare da tuo padre. Per oggi, che è il suo primo
giorno di vacanza, ha detto che vuole legarmi al letto e fottermi in
culo mentre mi tiene con un collare…come una cagna al guinzaglio, sai
no? Ci sei? Ohi! Svegliati Piero!”
“Svegliarmi?”
“Possibile che la tua sveglia suoni di continuo e tu non te ne accorgi
mai? E che diavolo fai col pistolino tutto fuori?! Dai, disgraziato,
alzati e preparati, oggi hai un esame importante figliolo…avanti, su!”
“Ma? E il guinzaglio?”
“Ma di quale guinzaglio parli, Piero? Voglio vederti pronto tra mezz’ora, ok? La colazione è pronta!”
“Oh cazzo…era solo un sogno…un cazzo di meraviglioso sogno che è finito nella più squallida maniera…”
“E che avevi sognato Piero?”
“Ho sognato che mi svegliavi e che, presa da un impulso sessuale, ti
spogliavi di fronte a me, pretendevi di guardarmi il cazzo mentre me lo
menavo, poi hai bevuto la mia sborra nel latte e dovevi andare a farti
fottere nel culo dal babbo che ti aspettava con guinzaglio e vibratore
in camera…eri una troia, vera e propria mamma!...oh cristo no…Papààà, la
mamma è svenutaaaaaaaa
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