La signora Maria ovviamente non era vergine, ma 30anni di astinenza
resero la sua figa stretta come quella di una ragazzina, io non so se
sditalinandola lei nel sonno sia arrivata a venire ma aveva una aria
soddisfatta del mio trattamento. Quella sera mi presi altre
soddisfazioni strofinandole il cazzo eccitato sul viso e tra le labbra
fino a venire sul broncio. La mia sborra non la svegliò e con il dito
raccogliendola la feci assaporare alla sua bocca assetata che man mano
che gliela offrivo deglutiva. L’indomani, pensai, si sveglierà col
sapore del mio sperma.
Quella notte fu la prima indimenticabile
esperienza di altre. Si svegliò col mal di testa e inaspettatamente
(per lei) tardi. Per questo aspettai alcune settimane prima di riprovare
e seguendo le stesse modalità della prima volta l’addormentai. Con le
certezze della volta precedente mi attrezzai meglio e dopo essermi
spogliato, denudai anche Maria sperando anche di riuscire a rivestire
quel corpo morto. Il contato dei nostri corpi nudi fu esaltante,
aiutandomi con i cuscini la disposi a pecorina con il folto pelo esposto
oscenamente e mi divertii molto a leccarla in figa e tra le natiche
pelose. Non so se fosse pulita o meno ma ero talmente infoiato che non
mi interessava assolutamente. Finalmente provai a penetrarla e il mio
cazzo scivolò nel suo figone nero in un istante. Presi a pomparla
intensamente afferrandola per i fianchi e stando attento a non
esagerare. Venni copiosamente in figa come non mai, 5 o 6 schizzi
poderosi in vagina e quando lo tirai fuori cominciò a colare. Con le
dita, per non sporcare le lenzuola raccolsi i rivoli per lubrificarle
l’ano, perfetto e intonso. Infilai un dito per saggiare la resistenza ,
poi due e alla fine, dopo una lubrificazione con il mio stesso seme,
provai a penetrarla. Non fu facile, ne per la sua ovvia non
collaborazione sia per la mia inesperienza. Penso che per Maria fu
doloroso ma nel sonno emise solo un gemito nel momento in cui entrai con
la cappella. Aveva un culo caldo e fantastico, ricettivo morbido e
accogliente venni ancora nel suo grasso culone e mi addormentai esausto.
Durante il sonno il cazzo ormai moscio scivolò fuori e rimasi
abbracciato a quella nonnina calda che era stata la mia inconsapevole
amante. Mi svegliò lei con un spavento mi resi immediatamente conto
della situazione in cui ero. Lei, più spaventata di me era atterrita dal
ritrovarsi nuda con me nudo nel letto e dovetti tapparle la bocca per
evitare che urlasse. La calmai con parole tranquillizzanti e confessai.
Del resto che scuse si potevano trovare per una simile situazione.
Piansi, mi giustificai, mi appellai al suo spirito materno e, senza che
se ne rendesse conto mi stringeva al seno per consolarmi. Dalla
consolazione all’eccitazione il passo fu breve e lei se ne accorse.
Chiedendomi molto maternamente se avevo soddisfatto tutte le mie
necessità o se la mammina doveva ancora coccolarmi. Quella mattina non
andai all’università e non ci andai neanche i giorni successivi,
scopammo come forsennati in ogni stanza della casa, ma soprattutto non
ci allontanammo mai troppo dal letto che era perennemente disfatto. Era
assatanata, le piaceva il cazzo giovane e vantava un arretrato
evidentemente considerevole. Diventò la mia troia, mi voleva in figa in
culo e in bocca ogni volta. In particolare imparò subito l’arte del
pompino che doveva necessariamente terminare con un bell’ingoio e
particolarmente entusiasmante fu il sesso anale. La prima volta che lo
facemmo (da sveglia) cercai di essere delicato. Preparai la posizione a
pecorina e allargai delicatamente le natiche per leccare l’ano, era
stretto e grinzoso. Finalmente poggiai la cappella bagnata di saliva e
cominciai con dei lenti movimenti circolari a solleticarle il buco. Fu
lei allora che infilata la mano tra le cosce mi afferro il cazzo
incredibilmente duro e lo posizionò opportunamente. Cominciai a fare
pressione e lei emise un lamento, allora rallentai ma nel momento stesso
incomincio Maria ad arretrare tenendomi saldamente per l’uccello.
Qualche secondo e qualche lamento dopo sentii cedere lo sfintere ed
entrò la cappella. In un attimo mi chiese di metterlo tutto dentro e mi
sentii avvolto in un soffice guanto accogliente. Mi sembrava un sogno il
culo enorme della Signora con il mio cazzo piantato dentro fino alle
palle.
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